venerdì 13 dicembre 2019

13 DICEMBRE 2019 - PER NON DIMENTICARE - LA GRANDE FRANA DI ANCONA 1982

La “grande frana” del 1982




La sera di lunedì 13 dicembre 1982, alle 22,35, quando la terra cominciò a franare, molti erano in casa. “Ecco, ci risiamo torna il terremoto” devono aver pensato in parecchi. Ma bastò poco per capire che si trattava d’altro: le case non tremavano. Scricchiolavano, si gonfiavano, si spaccavano. E via di nuovo in strada, come con il sisma del ‘72, questa volta sotto la pioggia battente. In quel momento la storia di quasi quattromila persone cambiò direzione, insieme con quella di un’intera città. Scrisse la giornalista Anna Scalfati il 15 dicembre sulle pagine del Corriere Adriatico: “Nel silenzio della notte solo scricchiolii delle pareti e la sensazione di perdere l’equilibrio. Niente scossoni da brivido, ma, come un film al rallentatore o come uno sconosciuto che preme contro la porta, la massa fangosa ha iniziato a gonfiarsi e a forzare con insistenza sulle pareti e sotto la strada”. “Si sentivano in continuo piccoli rumori, tintinnio di bicchieri – racconta una signora – poi il pavimento che si inclinava. La gente gridava di scappare perché franava tutta Posatora, fino al mare”. “In pochi minuti – riferirono i giornalisti Walter Orazi e Bruno Nicoletti a poche ore dall’evento – nel quartiere di Posatora si è riproposta la visione allucinante della fuga di migliaia e migliaia di persone, vecchi, bambini, rinchiusi nelle auto, che scappavano attraverso l’unica via ancora transitabile, verso il Piano San Lazzaro o la stazione ferroviaria. La lunga fila di luci abbaglianti delle autovetture sotto la pioggia sempre più sferzante si incrociava con le autoambulanze
Pioveva quella sera ed era piovuto molto nei giorni precedenti. Così arrivò la frana Si mosse la terra nella periferia ovest della città, sul versante nord della collina del Montagnolo. Scivolò verso il mare, a partire da un’altezza di 170 metri, muovendo 180 metri cubi di terreno, 220 ettari, l’11 per cento dell’area urbana di Ancona: i quartieri di Posatora, Borghetto e Palombella. Si attivò senza preavviso visibile, durò solo qualche ora e fu seguita da un lungo periodo di assestamento.



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