giovedì 31 gennaio 2019

31 GENNAIO 2019 - AUGURI CARLO

TEMPO DI AUGURI - AUGURI CARLO



31 GENNAIO 2019 - SAN GIOVANNI BOSCO



Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”.

Patronato: Educatori, Scolari, Giovani, Studenti, Editori

Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico

Martirologio Romano: Memoria di san Giovanni Bosco, sacerdote: dopo una dura fanciullezza, ordinato sacerdote, dedicò tutte le sue forze all’educazione degli adolescenti, fondando la Società Salesiana e, con la collaborazione di santa Maria Domenica Mazzarello, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per la formazione della gioventù al lavoro e alla vita cristiana. In questo giorno a Torino, dopo aver compiuto molte opere, passò piamente al banchetto eterno.

mercoledì 30 gennaio 2019

30 GENNAIO 2019- I GIORNI DELLA MERLA


I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31). Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell'anno.







Alcune leggende e tradizioni ne specificano come variante gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio: "du ghe l'ù e vun l'imprestarù" ("due li ho ed uno le prendero in prestito").
Queste tradizioni concordano con altro detto milanese "a la candelora de l'invern semo fora" ("alla Candelora, 2 febbraio siamo fuiri dall'inverno").


martedì 29 gennaio 2019

29 GENNAIO 2019 - SANTA SABRINA



Santa Sabrina (Savina, Sabina) Vergine di Troyes

29 gennaio

Samo, Grecia, III secolo – † Troyes, Gallia, 288

Etimologia: Sabrina = affilata, pungente, dall'ebraico

Emblema: Palma



Catalogata anche come Sabina o Savina, (in Francia Savine); santa Sabrina (29 gennaio), da non confondere con s. Savina vedova di Lodi martirizzata nel 311 a Milano, che si ricorda il 30 gennaio, né con santa Sabina martire romana del 119, che si ricorda il 29 agosto, fu una vergine della diocesi di Troyes in Francia vissuta nel III secolo.
Secondo le notizie leggendarie, Sabrina (Savine) era la sorella di s. Sabiniano (Savenien), ricordato il 25 gennaio martire per la fede, decapitato sotto Aureliano (270-275) nella città gallica dei Tricassi, non lontano da Troyes.
I due fratelli erano nativi di Samo, isola della Grecia e appartenenti ad una famiglia pagana; Sabrina, come il fratello, era convertita al cristianesimo; per un richiamo interiore partì per Roma per ricevervi il battesimo e da lì si diresse in Gallia, passando per Ravenna alla ricerca del fratello partito già da tempo, compiendo molti miracoli durante il viaggio.
Arrivata così a Troyes, apprese del martirio del fratello; morì subito dopo, come aveva chiesto al Signore nelle sue preghiere, era l’anno 288.
Se le notizie sulla sua vita, data l’antichità del testo, non sono certe, il suo culto invece dà maggiori garanzie.
Sappiamo che nel secolo VII, il vescovo Ragnegisillo, fece costruire una chiesa a lei dedicata nei dintorni di Troyes, nell’attuale località di Sainte-Savine.
Il suo nome comparve per la prima volta, nel Martirologio di Usuardo alla fine del secolo IX, collegato erroneamente alla santa Sabina romana e posta al 29 agosto; poi la sua festa fu fissata al 29 gennaio nel calendario di Troyes.
Qualche antico catalogo, come la ‘Legenda aurea’ di Giacomo da Varagine, celebra i due fratelli insieme; santa Sabrina (Savine) è raffigurata a Troyes coperta di vesti da pellegrina, con il grande mantello, il bordone e la bisaccia.

Il nome Sabrina, secondo alcuni studi etimologici, troverebbe la sua origine nell’ebraico ‘sabre’, il frutto del cactus, dolce all’interno ma esternamente pieno di spine e viene generalmente attribuito a bambine ebree nate in Israele e non provenienti da altri paesi.
Si fa anche l’ipotesi, che possa derivare dal celtico, per il nome di una terra vicina al fiume Severn, che in latino era chiamata ‘Sabrina’.

lunedì 28 gennaio 2019

domenica 27 gennaio 2019

27 GENNAIO 2019 - IL GIORNO DELLA MEMORIA

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
In questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa.



« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere

sabato 26 gennaio 2019

26 GENNAIO 2019 - ODDO DI BIAGIO

ODDO di Biagio. – Si hanno scarne notizie biografiche su questo cronista anconetano, nato nella prima metà del XIV secolo. Le fonti principali su di lui sono la Chronica de la edificatione et destructione del Cassero anconitano, unica sua opera pervenuta, che narra gli eventi tra il 1348 e il 1383, e gli Atti consiliari del Comune di Ancona del 1378-91 (Archivio di Stato di Ancona).
Le prime notizie genealogiche su Oddo sono piuttosto tarde. Agostino Lincio, autore della Historiadelle famiglie della città di Ancona (1560), lo considerò discendente della stirpe degli Antiqui, i cui avi erano gli Agli, provenienti per «mercantia» da Firenze: da un membro di questa famiglia sarebbe nato Antico, nonno di Oddo (Belardi, 1906, p. 363). Camillo Albertini, nel Catalogo delle famiglie patrizie antiche ed esistenti della città di Ancona (1778), meglio noto come Patres Patriae, annovera tra gli Antiqui un Blasius vivente nel 1390 (c. 1r). Giovanni Mercati (1926, p. 72) mise in questione il patronimico di Oddo, sulla base di un frammento rinvenuto nel ms. Vat. Lat. 3630, c. 14v della Biblioteca apost. Vaticana: si tratta di una nota apposta dopo la trascrizione dell’epistola di Coluccio Salutati Congratulatio florentissime civitatis Florentie ad fidos Anconitanos de expugnatione fortissime ac dure sue arcis et libertatis restitutione (1382-83). Contro l’ipotesi di Mercati si può presentare il raffronto tra le testimonianze degli Atti consiliari (nei quali viene più volte menzionato un «dominum Oddonem Blaxii»), e la corrispondente narrazione dell’attività politica di Oddo descritta nella Chronica.
Oddo dichiara nel Prologo di essere «di Ancona e homo perito in lege» (Biblioteca apost. Vaticana, Chigiano, H.III.72, c. 1r). Della sua formazione giuridica non è rimasta tuttavia alcuna testimonianza; non è dunque possibile sapere se avvenne nella Marca o fuori.
Nel 1348 fu testimone oculare della pestilenza che flagellò la Marca anconetana e tutta la penisola italiana.
Nel 1350 partecipò al giubileo indetto a Roma da Clemente V. Rivestì vari incarichi pubblici per il Comune di Ancona: dagli Atti consiliari risulta che fu nominato notaio nel 1366 (Ancona, Biblioteca Benincasa, Mss., 254: C. Albertini, Storia d’Ancona, IX, c.165r). Nel 1367 fu inviato ambasciatore a Viterbo e a Montefiascone, dove Urbano V era giunto da Avignone servendosi di una galea messa a disposizione dagli anconetani. Nel 1373 il legato apostolico della Marca, nominato per rintuzzare le ambizioni di Barnabò Visconti, convocò un consiglio a Bologna, al quale Oddo partecipò come sindaco del Comune di Ancona. Nel giugno 1378 fu nominato podestà di Sirolo (soggetto ad Ancona) per un semestre. Nel 1380 fu eletto all’Anzianato, la più alta magistratura del Comune, per il terziero di S. Salvatore. Nel 1382-83 prese parte all’assedio della rocca di S. Cataldo e nel 1390 fu eletto ad «officium officialium murorum» (Atti consiliari, V, c. 13v)In seguito rivestì la carica di notaio della dogana e di ambasciatore, inviato dal Comune a Bonifacio IX. Nel 1391 gli Anziani e regolatori della città di Ancona lo nominarono, insieme ad altri «honorabiles et prudentes viros anconitanos, ad reformandum statutum de civitate» (ibid., V, cc. 83v, 116r) e quindi come regolatore.
L’ultima testimonianza della sua attività politica al servizio del Comune e sulla sua vita è del 1391, quando fu nominato dagli Anziani e regolatori di Ancona «ad ordinandas et asseptandas gabellas de civitate» (Atti consiliari, VI, c. 184r), per il terziero di S. Salvatore.

venerdì 25 gennaio 2019

25 GENNAIO 2019 - MEMORIE SENZA TEMPO

25 gennaio 1972 Ancona
 5,4 Richter
VII Mercalli
Fu la prima di una lunga serie di scosse che colpì la città di Ancona.



Il 25 gennaio 1972, alle ore 20:25, un terremoto di magnitudo 5.4 della scala Richter, del 7º grado della scala Mercalli, con epicentro sotto il mare Adriatico, ad alcuni chilometri dalla costa antistante Ancona, colpì la città e molti centri limitrofi. La scossa ebbe una durata approssimativa di dieci secondi, e fu preceduta da un forte boato. Non vi furono danni gravi: cadde qualche cornicione e si aprì qualche crepa in edifici vecchi e già lesionati nei rioni di Capodimonte, San Pietro e Torrette. Il panico negli abitanti fu grande: molti di essi trascorsero la notte all’aperto, abbandonando le proprie abitazioni. In un resoconto giornalistico del 26 gennaio non sono documentati danni

martedì 22 gennaio 2019

22 GENNAIO 2018- TEMPO DI ONOMASTICO SAN VALERIO





AUGURI


                                                  San Valerio Vescovo e martire

sabato 19 gennaio 2019

19 GENNAIO 2019 - PRESEPI - SANTA MARIA DEL SASSO

S. Maria del Sasso: Presepio 2018 – 2019

   La Speranza

E’ ormai bene affermata la tradizione del Presepio a S. Maria del Sasso: un presepio che ogni anno  offre ai numerosi visitatori meraviglie sempre nuove. In  modi sempre diversi è presentato il  mistero della Incarnazione del figlio di Dio, Gesù nostro Salvatore, sempre bene  evidenziata la grande grotta della Natività. Inoltre il Presepio presenta anche un messaggio sempre diverso, con scenografie particolari, con originali accorgimenti e con i bellissimi personaggi, ottime sculture delle botteghe d’arte di Ortisei, in val Gardena. In questo presepio si entra dentro e            ci si mette con i pastori in cammino alla ricerca del Bambino S. Maria del Sasso: Presepio 2018-19
Gesù. Il Presepio occupa tutto le spazio della chiesa inferiore, comprese le sei piccole cappelle e ben si presta per un cammino di catechesi  che tutto ricollega al mistero della Natività. LA SPERANZA  è il filo conduttore( è proprio il caso di chiamarla così) che unisce e ricollega ogni singola parte nel suo insieme: un filo luminoso che a tratti sembra scomparire, ma poi riappare a segnare ancora il cammino dei pastori e dei visitatori del presepio.
UN CAMMINO CHE INIZIA COL PARADISO TERRESTRE,  UNA SPERANZA DA INSEGUIRE, COME  LUCE CHE ILLUMINA
il buio del male in cui l’uomo è precipitato col peccato originale. Speranza come luce che risplende e incoraggia a proseguire, anche dopo lo smarrimento per eventi terribili, come il diluvio universale. Sodoma e Gomorra…., ma poi finalmente l’incontro col il Salvatore tanto atteso.
 IL COMPIERSI DELLA SPERANZA.
Pur col grande dono del Salvatore, nuove prove e tribolazioni intralciano il cammino e la luce della speranza sembra di nuovo sparire…. ma per riaccendersi ancora più lucente,  nell’indicare il Paradiso celeste, come mèta ultima per ogni uomo.
Così il percorso dell’umanità si snoda dal Paradiso terrestre, alla grotta di Betlem e poi, via via, verso la grande mèta da raggiungere:
IL PARADISO DI DIO, LA BEATITUDINE ETERNA A CUI OGNI UOMO E’ CHIAMATO.
Questo presepio ci aiuta a ripensare al cammino dell’uomo
dall’alba del mondo alla pienezza della luce  (la venuta di Cristo) e al suo finale splendore.
Anche quest’anno, i bravi  “presepisti di Camaiore,Lucca, amici da altre 50 anni del Santuario, sono riusciti a regalarci un bellissimo  presepio.





martedì 15 gennaio 2019

15 GENNAIO 2019 - BEATO ANGELO

15 GENNAIO 2015 - BEATO ANGELO AUGURI! Angelo da Gualdo Tadino o da Casale (Casale, 1270 – Gualdo Tadino, 15 gennaio 1324) è venerato dalla Chiesa cattolica come beato ed è compatrono della città di Gualdo Tadino insieme a San Michele Arcangelo. Agiografia Angelo nasce a Casale, una piccola frazione in mezzo alle campagne gualdesi, da Ventura e Chiara, umili contadini. Rimane molto presto orfano di padre e quindi la madre è costretta a lavorare molto per mandare avanti il piccolo nucleo familiare. Il giovane ragazzo già di animo dolce e altruista si preoccupa dei ragazzi più poveri di lui per i quali rinuncia al suo pane per sfamarli. La leggenda racconta che un giorno, dopo un acceso diverbio con la madre, perché il ragazzo sottraeva il pane da casa per darlo ai poveri, Angelo la maledice ed esce di casa per andare a lavorare nei campi. La sera, di ritorno dai campi, sente le campane della chiesa suonare a morto, corre in casa e trova la madre che giace morta sul letto. Questo episodio cambia la vita del giovane Angelo, sopraffatto dal rimorso, sentendosi responsabile di ciò che era capitato alla madre, decide di partire come pellegrino verso il monastero di San Giacomo, in Spagna. Di ritorno dal lungo viaggio decide di farsi monaco nella vicina Abbazia di San Benedetto a Gualdo Tadino, dove resterà per qualche tempo. Presto però sente l'esigenza di vivere in stretto contatto con Dio ed ottiene il permesso di condurre una vita eremitica presso l'eremo detto di Capodacqua dove resterà fino alla morte. Il 15 gennaio 1324, mentre le campane dell'abbazia di San Benedetto suonavano da sole, Angelo venne trovato morto. Si racconta che al passaggio della salma di Angelo, lungo la strada che conduceva al convento di San Benedetto, le siepi di biancospino e i campi di lino fiorirono miracolosamente. Culto Il Martirologio romano fissa la memoria liturgica il 15 gennaio. Al beato Angelo sono attribuiti numerosi miracoli, come la guarigione di un indemoniato sulla piazza della città, durante i funerali di Angelo. Il suo ausilio durante l'incursione dei Cappelletti, bande mercenarie slave, a Gualdo nel 1556. Il miracolo delle ciliegie nell'inverno del 1306, che salvò un cittadino di Gualdo condannato a morte. Ma il più noto, che ancora oggi si ripete, è la prodigiosa fioritura delle siepi di biancospino che la notte del 14 gennaio si coprono di numerosi germogli nonostante le basse temperature della stagione invernale, ciò avviene lungo il percorso effettuato dal feretro del beato durante i funerali, dall'eremo dei cappuccini a Capodacqua, fino al rione Biancospino. Percorso lungo il quale ogni anno i giovani organizzano una fiaccolata.

lunedì 7 gennaio 2019

07 GENNAIO 2019 - FESTA DEL TRICOLORE



ll tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797  presso il Parlamento della Repubblica Cispadana.


giovedì 3 gennaio 2019

03 GENNAIO 2019 - SAGRE E FESTE MARCHIGIANE

Feste e Sagre paesane nelle Marche
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Feste e sagre delle Marche



Fra le feste e sagre paesane più interessanti alle quali può partecipare chi sceglie le Marche, segnaliamo:
- Carnevale dell’Adriatico, a Fano in provincia di Pesaro-Urbino (domenica e martedì di carnevale);
- Sagra dei Garagoi, a Fano in provincia di Pesaro-Urbino (località Marotta, prima domenica di aprile);
- la Sagra della salsiccia, a San Marcello in provincia di Ancona (lunedì di Pasqua);
– Palio della Rana, a Fermignano in provincia di Pesaro-Urbino (prima domenica dopo Pasqua);
- il Cavallo di Fuoco, a Ripatransone in provincia di Ascoli Piceno (prima domenica dopo Pasqua);
- La Sagra del calcione e del raviolo, a Treia in provincia di Macerata (metà maggio);
- La Corsa alla Spada, a Camerino in provincia di Macerata (17 maggio e domenica successiva);
- il Palio dei Castelli, a San Severino Marche in provincia di Macerata (prima metà di giugno);
- la Festa del Mare, a Porto San Giorgio in provincia di Ascoli Piceno (seconda domenica di luglio e terza domenica di agosto);
- Sfilata della Corte Malatestiana, a Gradara in provincia di Pesaro-Urbino (terzo fine settimana di luglio);
- la Disfida del Bracciale, a Treia in provincia di Macerata (prima domenica di agosto);
- la Giostra della Quintana, ad Ascoli Piceno (prima domenica di agosto);
- la Giostra de le Castella, a Caldarola in provincia di Macerata (prima e seconda domenica di agosto);
- la Contesa del Secchio, a Sant’Elpidio a Mare in provincia di Ascoli Piceno (seconda domenica di agosto);
- il Palio del Serafino, a Sarnano in provincia di Macerata (seconda e terza domenica di agosto);
- il Palio di San Ginesio in provincia di Macerata (15 agosto);
- Festa del Duca, a Urbino (terza domenica di agosto);
- la Sagra dei Maccheroncini, a Campofilone in provincia di Ascoli Piceno (ad agosto);
- la Contesa della Margutta (prima domenica di settembre e settimana precedente);
- Gran Premio del Biciclo Ottocentesco, a Fermignano in provincia di Pesaro-Urbino (primo sabato e domenica di settembre);
- Festa dell’Aquilone, a Urbino (primo fine settimana di settembre).

mercoledì 2 gennaio 2019

02 GENNAIO 2019 - ADOLFO DE BOSIS


Adolfo De Bosis (Ancona, 2 gennaio 1863 – Ancona, 28 agosto 1924) è stato un poeta, traduttore e dirigente d'azienda italiano.



Diciottenne, quando frequentava ancora il collegio Campana di Osimo, De Bosis pubblicò il suo primo libro di poesie Versi (1881), opera ricca di riferimenti romantici.
Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma, seguì gli studi con scarso entusiasmo, distratto dai suoi prevalenti interessi letterari e mondani.
In quegli anni ebbe modo di conoscere scrittori e poeti quali Scarfoglio, Pascarella e D'Annunzio, con il quale strinse un rapporto di amicizia.
Nel 1895 uscì il primo numero della rivista, fondata e finanziata dallo stesso De Bosis, Convito, che Croce giudicò "la manifestazione collettiva più solenne dell'estetismo".
La rivista, che nel progetto iniziale prevedeva di esaurirsi con i primi dodici numeri mensili, fu pubblicata sino al 1907.
Al Convito, graficamente molto curata e con illustrazioni di vari artisti quali Sartorio, Michetti e l'olandese Alma-Tadema, collaborarono, oltre allo stesso De Bosis che vi pubblicò alcune suoi lavori, importanti letterati, poeti e critici d'arte quali Pascoli (al quale lo univa una tragedia simile: entrambi persero il padre da ragazzi, in circostanze drammatiche; Ruggero Pascoli ucciso da due sicari della malavita, Angelo De Bosis suicida per un dissesto finanziario), D'Annunzio, Carducci, Scarfoglio, Venturi, Panzacchi.
La sua attività di traduttore raggiunse risultati di particolare rilievo con il poeta inglese Shelley, autore molto apprezzato da De Bosis e dal quale trasse motivi ispiratori per i suoi versi.
Con l'easurirsi delle pubblicazioni del Convito, De Bosis, personaggio schivo più di quanto potesse apparire, si allontanò dalle manifestazioni più plateali dell'estetismo, tanto che l'amico D'Annunzio nella Contemplazione della morte lo chiamò "principe del Silenzio".
Abbandonata l'avvocatura, De Bosis, che oltre all'attività letteraria aveva sempre continuato a seguire i propri impegni professionali, viaggiò molto all'estero e si dedicò all'amministrazione e direzione di varie società commerciali e industriali.
Trascorse gli ultimi anni insieme con la moglie americana Lilian Vernon e si spense a sessantuno anni nella sua città natale. Il figlio Lauro, scrittore, poeta ed antifascista, morì nel 1931, non ancora trentenne, precipitando in mare con il suo aereo dopo aver lanciato su Roma migliaia di volantini esortanti alla ribellione contro il regime.
Oltre a Lauro, ebbe altri sei figli da Lilian, tra cui Virginia, arabista, Valente, medaglia d'oro alla memoria, caduto in un azione di volo nella Grande Guerra e Percy. Al piccolo Valente e a Percy (oltre che ad Adolfo stesso) è dedicata la poesia, The Hammerless Gun di Giovanni Pascoli, contenuta nei Canti di Castelvecchio.